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Dave Gahan: “Il titolo dell’album? un gioco di parole e non lontano dal nome della band”

Dave Gahan Il titolo dell'album un gioco di parole e non lontano dal nome della band

L’intervista viene preceduta dall’ assalto da parte di un fan scatenato, che irrompe prepotentemente nella stanza munito di vinile e macchina fotografica. Tutto questo all’interno del Four Seasons George V a Parigi dove i Depeche Mode, lo scorso 23 ottobre, hanno tenuto una conferenza stampa per la presentazione del nuovo tour mondiale e un brano inedito.

Dave, visibilmente accigliato per la situazione e in attesa di un intervento da parte della sicurity dell’hotel, si concede al fan e lo accontenta esaudendo tutte le sue richieste.

La prima domanda che la rivista Rolling Stone spagna pone a Dave, riguarda proprio il comportamento asfissiante da parte di alcuni fan.

Devi sopportare queste situazioni molto spesso?
«Abbastanza. Posso capire un attegiamento del genere da parte di un fan adolescente, ma un adulto? Io sono un fan di David Bowie e prima di incontrarlo personalmente, sono stato pervaso da una sorta di titubanza… non volevo rompere quella barriera. Quando finalmente ci incontrammo a New York, fu un momento magico.»

Perlomeno New York ti permette di passare più inosservato.
«Si, li me la cavo meglio con il fenomeno fan… anche se c’è gente che viente da altri luoghi e che mi fa le poste in strada per incontrarmi. E’ qualcosa con cui convivo. Accade meno quando sono con mia moglie e i miei figli. Alcuni me li ritrovo persino davanti la porta di casa, e questo è davvero eccessivo.»

Hai avuto altre situazioni del genere ultimamente?
«E’ capitato ieri qui a Parigi. Mentre camminavo a piedi con mia moglie, ho notato una macchina che ci seguiva lentamente. Il tizio ci ha seguiti per un bel pò e quando finalmente è uscito allo scoperto e mi ha chiesto una foto, io gli ho detto di no. Questo non è il modo giusto per avvicinarsi a qualcuno.»

A parte queste situazioni, che te ne pare di Parigi? A me non piace molto.
«Ma non è colpa della città. La colpa è dei parigini. E’ da loro che si percepiscono vibrazioni negative. Credono che nessuno sia alla loro altezza. I parigini non hanno nulla a che vedere con il resto dei francesi.»

Lo stesso vale per i newyorkesi.
«Esattamente. I newyorkesi hanno un atteggiamento diverso dal resto d’America. Vivo a New York da 15 anni, per me è un vero privilegio. Sono grato del fatto di potermi permettere il lusso di vivere in una città come quella. E ‘un posto meraviglioso. Un posto stimolante ed emozionante. La mia musica migliore l’ho realizzata a New York. Ogni giorno vado nel mio studio che si trova a 10 minuti da casa mia. Compongo, suono o faccio qualsiasi altra cosa, ma devo essere li tutti i  giorni per qualsiasi evenienza.»

Ogni tanto fa anche bene uscire fuori per distrarsi un pò.
[Ride] «Vado al cinema o visito musei. Mi piace camminare a piedi senza meta. Prendo un pezzo di pizza e osservo la gente. Oppure vado nel West Village dove c’è la mia caffetteria preferita. Non vorrei risultare pesante, ma New York è una città meravigliosa. »

I tuoi vicini di casa sono famosi come te?
«Le celebrità sono parte del paesaggio. C’è stato un periodo in cui incontravo spesso Kevin Bacon, perché vivevamo accanto. Suo fratello lavorava nel mio studio. Ma questo non è di fondamentale importanza. In questo ultimo anno, gran parte della mia vita sociale l’ho devoluta al mio nuovo disco.»

Avete già deciso il titolo del nuovo album?
«Abbiamo valutato diverse opzioni, però posso dirti che il titolo del nuovo album non sarà molto lontano dal nome del gruppo. Una sorta di gioco di parole. Quando il titolo verrà svelato, le persone diranno: “Oh, va bene!”»

Sembri avere un aria molto Zen. Conduci una vita meno ribelle?
«Non faccio nulla di meno dei tempi passati. Beh, oltre ad essere giovane, spensierato, il potermi ubriacare tutte le sere e fare quelle cose che, alla mia età, non si possono più fare.»

Sei da così tanti anni nel panorama musicale. Come fai a mantenere ancora vivo il successo?
«É facile, adesso non devo dimostrare piu niente a nessuno. Solo a me stesso. Mi metto costantemente in discussione, sono il mio peggior critico. Questo è ciò che fa mantenere viva la passione per il mio lavoro, dopo tutto questo tempo. Il mio unico obiettivo é mantenere la creatività al massimo livello.»

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4 Risposte

  1. Pingback: I Depeche Mode firmano con Columbia Records per il nuovo album marzo 2013 « Depeche Mode e dintorni

  2. monica

    paolo secondo me hai visto giusto.

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    05/12/2012 alle 9:06 PM

  3. Che sia Play Mode? O Mode On?

    "Mi piace"

    30/11/2012 alle 9:19 PM

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