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Video intervista Martin Gore: “amo la musica grazie a mia madre”

18Parigi, 30 gennaio 2014 – Nella boutique Hublot nel cuore di Place Vendôme a Parigi, Martin Gore dei Depeche Mode e il CEO di Hublot Ricardo Guadalupe si sono riuniti per lanciare un grande progetto di raccolta fondi congiunto a favore di charity: water, un’associazione senza scopo di lucro la cui missione è quella di garantire acqua pulita e sicura nei paesi in via di sviluppo. Per tutti i dettagli leggi “Nuova iniziativa benefica tra Hublot e Depeche Mode a sostegno di charity: water

Proprio in questa occasione Martin Gore ha rilasciato una video intervista per Revue des Montres.

«E’ bello essere coinvolti al fianco di Hublot in un progetto di beneficenza come charity: water.»

«Come ho sempre detto, mi sento fortunato ad aver speso il mio tempo a fare ciò che amo. La band è stata fondata negli anni 80, sono 34 anni che facciamo musica, mi sento davvero fortunato e privilegiato ed è incredibile arrivare a fare qualcosa che ami appassionatamente.»

«Mi sono innamorato della musica quando avevo 10 anni, quando scoprii la collezione di vinili di mia madre, per la maggior parte musica rock. E ora mi ritrovo a fare proprio questo, e lo farò per il resto della mia vita.»

«Ero già un appassionato Hublot prima di incontrarli personalmente e di lavorare in un progetto di beneficenza con loro.
Abbiamo incontrato Jean-Claude Biver in uno store Hublot, quando andammo il negozio era ancora chiuso al pubblico, ma tutti si stavano preparando alla grande apertura che avenne il giorno successivo. Così, appena le porte dello store furono aperte, entrammo e incontrammo Jean-Claude Biver.»

«Il design di questa serie di orologi rappresenta il nostro ultimo lavoro, alcuni dettagli come i triangoli formano la D e la M di Delta Machine.»

«Il nostro manager si è recato nello stabilimento Hublot per incontrare Ricardo e Sylvie che gli hanno mostrato le loro idee che abbiamo poi approvato.»

«Ero già un fan e ho avuto orologi Hublot prima di questa collaborazione. Ma per il Teenage Cancer Trust nel 2010 e per charity: water oggi, posso dire che la carità è il cuore della nostra collaborazione.»

«La gente parlava di quanto fosse Rock’n Roll l’aspetto di questi orologi che Hublot ha progettato in occasione della nostra partnership, ma penso che generalmente Hoblot, oltre ad un design industriale molto cool, abbia una natura rock’n roll in tutte le sue realizzazioni.»
[…]«Non mi piacciono i dettagli troppo raffinati.»

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L’intervista di Steve Masters di Live 105 a Martin Gore dei Depeche Mode

Prima dello spettacolo allo Shoreline Amphitheatre lo scorso 26 settembre, Steve Masters, di Live 105, ha incontrato Martin Gore nel backstage per una breve intervista.

D: L’ultima tappa dei Depeche Mode a San Francisco risale a cinque anni fa, come vi sentite a essere di nuovo qui?
R: Non vediamo l’ora di esibirci stasera, nella scorsa tournée non abbiamo suonato qui perché abbiamo avuto problemi con la voce di Dave. Perciò stavolta sarà molto bello esibirci qui a San Francisco.

D: Parliamo del vostro nuovo album, “Delta Machine”, che è fantastico. Avete lavorato con Ben Hillier, che ha prodotto i vostri tre ultimi album, mentre prima avete lavorato molto con Daniel Miller. Continuerete a lavorare con Ben?
R: Ben Hillier, come hai detto, ha lavorato agli ultimi tre album. Dopo Daniel, abbiamo collaborato con molte persone. Daniel ha smesso di lavorare con noi a livello di produzione nel 1986 con “Black Celebration”. Però, credo sia un po’ presto parlare di un nuovo album. Perché abbiamo ancora molta strada da fare in questa tournée.

D: Sul palco suonate molti classici e tutte le canzoni famose dei Depeche Mode, ce ne sono alcune fra queste che tu ami particolarmente?
R: È sempre una domanda difficile, ma penso che sia per la partecipazione del pubblico, e mi sorprende ogni sera, direi “Never Let Me Down Again”, quando tutti agitano le braccia. È uno spettacolo ed è fantastico vederlo tutte le sere.

D: Quindi diresti che è la preferita del pubblico?
R: Direi di sì. Secondo me il pubblico non riesce a credere che lo facciano tutti e che sia così bello.

D: Ecco una domanda che trovo interessante. Se dovessi scegliere uno solo dei vostri album, se fossi sperduto su un’isola deserta, e questo fosse l’unico album che vi rappresenterà per l’eternità, quale sceglieresti?
R: È un’altra domanda molto difficile, ma vista la sua popolarità, sceglierei “Violator”. Si arrabbierebbero tutti se non lo scegliessi. In quell’album ci sono quattro singoli classici.

D: Sì, quel disco si colloca più o meno al centro della vostra discografia, quindi concordo.
Album dal vivo. L’ultimo che avete fatto è stato “101” nel 1989. Pensate di realizzarne un altro?
R: Non abbiamo ancora pensato di farlo. Nelle ultime tournée, ma per quasi tutte le tournée, abbiamo pubblicato un DVD live, e penso che ne faremo un altro anche stavolta.

D: Alan Wilder ha messo all’asta di recente molti dei suoi cimeli dei Depeche Mode su internet, pensi anche tu di fare una cosa simile, di vendere alcuni dei tuoi cimeli ai fan, ti è mai passato per la mente?
R: No. A un certo punto, può darsi. Colleziono attrezzature, ho un sacco di cose, ma prima o poi dovrò dare via certi oggetti. Perché comincio a non avere più spazio, ormai si stanno impadronendo di casa mia.

D: Quindi ti riferisci a vecchie tastiere, chitarre, strumenti musicali, registratori MIDI e altri vecchi oggetti simili, tu ne hai ancora?
R: Sì, qualsiasi cosa si possa usare per fare musica. Ho qualche oggetto che rientra in questa categoria.

D: Voi siete sulla scena da trentatré anni ed è pazzesco. Pensate di continuare coi Depeche Mode per sempre come i Rolling Stones?
R: Non facciamo progetti di questo tipo. Al momento sappiamo di avere sei mesi nei quali siamo impegnati con la tournée. Non abbiamo pensato a cosa faremo dopo. Non abbiamo pensato né di tornare in studio, né ad altro. Prendiamo tutto come viene.

D: Andrete avanti finché la gente continuerà a venire ai concerti?
R: È difficile rispondere, non saprei. Forse arriverà il giorno in cui qualcuno non vorrà più farlo. Potrebbe capitare. Personalmente non credo che accada. Ma potrebbe benissimo capitare.

D: Dunque, gira una voce secondo la quale voi adorate giocare a biliardino. Chi è il più bravo fra voi del gruppo,chi vince sempre a biliardino?
R: Beh, purtroppo giocano con noi anche dei membri dello staff e abbiamo dovuto ammettere che sono molto più bravi di noi. Il mio bodyguard è molto bravo. Ma tolto lui, sono io quello che vince più spesso.

D: Quindi ti prendi tutto il merito, mi piace.
Hai un profilo su Twitter?
R: Ho un account Twitter, ma non twitto mai.

D: Quindi non twitti, ma segui altra gente. Chi segui?
R: Ho una risposta divertente a questa domanda. Dopo aver visto… Credo si chiami “Never Sorry”, il film su Ai Weiwei, ho pensato di seguire Ai Weiwei. Quindi ho creato un account Twitter e ho trovato tutti i tweet di Ai Weiwei in cinese.

D: E invece chi gestisce il profilo Twitter dei Depeche Mode?
R: Ci sono persone addette alla gestione, non scriviamo noi i tweet.

D: Ho capito, quindi se i fan vogliono contattarvi, mandarvi dei messaggi, il modo migliore è scrivervi con carta e penna? Come funziona?
R: No, se sono messaggi importanti ci arrivano, ma se invece non sono messaggi poi così importanti non ce li comunicano.

D: Ricevete ancora posta cartacea dai fan, lettere scritte con carta e penna?
R: Sì, certo.

D: Rispondete?
R: No, perché buona parte delle persone che si preoccupa di contattare una band di solito è un po’ fuori di testa.

D: Di recente hai inciso un disco con Vince Clarke, come sta Vince?
R: Se la passa bene, ci siamo visti a Brooklyn poco tempo fa, è venuto a vedere il concerto.

D: A quelli che sognano il periodo dei Depeche Mode con Vince Clarke, e sperano di rivederlo ancora, dici che è una cosa possibile?
R: Sì, è possibile. Non abbiamo pensato a un progetto a lungo termine. Doveva essere un evento straordinario. Ma se lui avrà tempo e anch’io ne avrò, forse collaboreremo ancora. Non ne abbiamo parlato.

D: Hai qualche riflessione da fare sulla situazione mondiale in generale con Twitter, Facebook e Instagram, e il passo rapido della tecnologia che ci fa correre? Hai qualcosa da dire su questo? Com’è cambiato tutto, da quando si compravano i dischi dei Depeche Mode in vinile a oggi, con tutti i nuovi modi di ascoltare e distribuire la musica e sulla tecnologia in generale? Qual è la tua opinione?
R: Devo dire che mi dispiace molto per i gruppi e gli artisti del momento che emergono e sono giovanissimi. Ricevono subito un’esposizione mondiale, praticamente immediata. A suo tempo non era tutto così rapido, si aveva l’opportunità di crescere, di accettare la notorietà più lentamente. Dev’essere molto difficile da affrontare.

D: Nel corso della tua carriera fantastica di leader, o quasi, dei Depeche Mode, qual è l’auto più bella e costosa che tu abbia mai comprato? Raccontaci.
R: Stavolta è facile rispondere. Io non guido.

D: Non hai mai guidato un’auto in vita tua?
R: Non ho mai guidato un’auto, non ho mai preso lezioni e non ho mai fatto l’esame.

D: È un cosa che vorresti fare?
R: Adesso non ne vedo più l’utilità. Una volta mi dicevo che forse un giorno avrei imparato a guidare, ora non ne vedo più l’utilità.

D: A dire il vero, è divertente. In particolar modo, visto che so che tu abiti sulla costa californiana, puoi prenderti una bella decappottabile e sfrecciare sulle strade panoramiche.
R: A me non è mai interessato. Forse ho un po’ di sangue Amish.

D: Hai dei figli?
R: Si, ne ho tre

D: Loro hanno dei figli?
R: No

D: Gli piacciono i Depeche Mode?
R: Penso di sì. Mio figlio ha solo undici anni, ma gli piacciamo. Anche a mia figlia piacciamo, la più grande ha ventidue anni. Piacciamo anche a mia figlia di diciotto anni.

D: Il tuo luogo di vacanza preferito?
R: Costa Rica.

D: Inghilterra o Stati Uniti?
R: Stati Uniti.

Fonte: live105

traduzione a cura di Barbara Salardi in esclusiva per Depeche Mode e Dintorni

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Dave Gahan e Soulsavers in concerto – foto e video –

Si, avete capito bene e da qualche giorno le voci correvano su twitter. Dave Gahan, Rich Machin, Ian Glover e altri musicisti si sono esibiti Sabato (21-07-2012) in un concerto segreto aperto solo a pochi e organizzato dalla Mute.

Circa 75 persone hanno avuto la fortuna di poter ascoltare dal vivo, al Capitol Records di Los Angeles, i brani del nuovo album dei SoulsaversThe Light The Dead See“, con la collaborazione speciale di Dave Gahan.

Tra i musicisti presenti alla serata figura Martyn Lenoble, bassista, e sua figlia Marlon al violoncello. Proprio Lenoble nei giorni scorsi aveva twittato la notizia, dichiarando tra l’altro che non erano disponibili biglietti per il live ma  che comunque era dedicato a tutti i fans.

Set List:
Presence of God
In The Morning
Bitterman
Just Try
Take Me Back Home
Tonight
Gone Too Far

Di seguito alcune immagini della serata.

Thanks to:
mxdown 1
mxdown 2
Martyn LeNoble
Leah
Laura
ellen31curtis 1
ellen31curtis 2

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