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Depeche Mode: intervista a Gore e Fletch – il nuovo album? introspettivo!

La conferenza stampa parigina dei Depeche Mode, lo scorso 23 ottobre, è stata un vero a proprio successo in rete.
La diretta, andata in onda su YouTube, sin dai primi minuti ha registrato un numero considerevole di visualizzazioni. Non abbiamo un numero esatto ma credo si sia toccata la soglia dei 2milioni.

Per quanto riguarda i media italiani, erano presenti Rai 1, Radio RDS (che, come nel 2009, sarà media partner delle tappe italiane del tour), il Corriere Della Sera e Mediaset TGCOM24.
Grazie a loro ci siamo sentiti ancora più vicini al trio di Basildon, che proprio in occasione della press conference, ha rilasciato alcune interviste.
Quella che segue è a cura del TGCOM24.

Allora, partiamo con alcune curiosità che riguardo l’album appena terminato e ancora senza titolo. Per quanto riguarda le tematiche, Martin conferma che ancora una volta ha preferito guardarsi dentro.
Martin: «Trovo molto più facile e realistico scrivere in una prospettiva intimistica. Cerco sempre di essere vero con me stesso.
C’è una maniera per me di scrivere canzoni che è un pò particolare, non credo che molti lo facciano. Io mi metto semplicemente allo strumento, suono degli accordi, comincio a cantare le parole che sento, che mi vengono in mente in quel momento.
E in qualche modo le canzoni si scrivono da sole. E’ un processo strano
Andy: «Vengono direttamente dagli Dei!»

Dopo tutto questo tempo, i Depeche Mode riescono ancora a dare uno sguardo al loro passato lavorativo.
Martin: «Nel primo album eravamo una band molto differente. C’era Vince Clarke, era lui il principale songwriter, la forza trainante del gruppo.
Quando l’ascolto sento qualcosa di completamente diverso. Solo dopo siamo cambiati quasi automaticamente direi dal terzo disco. Ma già dal secondo quando mi sono gettato completamente nella scrittura delle canzoni, le cose erano cambiate.
Magari con canzoni tipo Leave in Silence mi fanno intuire che stavamo già prendendo la strada che ci ha fatto arrivare qui oggi
Andy: «Personalmente penso che quando si ascolta oggi Speak & Spell, il primo disco, bisogna ricordarsi che eravamo davvero giovani allora.
In tutto questo la musica ha progredito e noi siamo diventati adulti, maturi.
E’ stato un processo naturale e bello.»

Il futuro invece è un ipotesi con una sola grande certezza, la musica ci sarà sempre.
Martin: «Cerchiamo sempre di ascoltare la musica di oggi. Non è che se sentiamo un artista cerchiamo poi di emularlo, ma certamente assorbiamo quello che c’è in giro. Così come la storia della musica. Penso che tutto quanto esca naturalmente in quello che poi facciamo. Io non riesco proprio ad immaginarmi senza fare musica.
Posso immaginarmi che un giorno i Depeche Mode non esistano. Ma questo è quello che faccio da quando ho 13 anni, prendere una chitarra, suonare. Mi vedrò sempre entrare nel mio studio e produrre qualcosa.»

L’Italia ispira ai Depeche Mode voglie sensazioni e ricordi davvero piacevoli.
Martin: «Ci siamo divertiti un sacco quando siamo venuti a lavorare per Violator, che molti considerano l’apice della nostra carriera. Probabilmente il miglior album che abbiamo mai prodotto.
Eppure la mia domanda è questa: come abbiamo fatto a registrarlo questo disco?
Mi ricordo un party continuo, con un sacco di drink! Davvero non lo so!
Ce la siamo davvero spassata a Milano» [ride]

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Martin Gore: «prendevamo il treno con il synth sotto braccio per andare a suonare nei locali»

23.10.2012 press conference Parigi
credits: Sadaka Edmond/SIPA

PARIGI — Finiti gli studi, nel 1978 Martin Lee Gore si mise a lavorare in banca. «Un posto trovato da mia madre, che non sopportava di vedermi vagare per casa. Ma non ero soddisfatto». È stato choosy, come direbbe il nostro ministro Fornero? «Diciamo che non mi sono accontentato. Con i soldi guadagnati in banca mi sono comprato il sintetizzatore più economico dell’epoca, e nel tempo libero suonavo sognando di fare il musicista. Sono, siamo stati fortunati. Il successo è arrivato subito, dopo un anno eravamo già a Top of the Pops. Il mio consiglio quindi è provarci, sempre. Almeno per un po’».

Oggi, dopo 32 anni di carriera e oltre 100 milioni di dischi venduti, il 51enne Martin Gore è pronto a tornare sulla strada con i compagni di sempre Dave Gahan e Andy Fletcher, i Depeche Mode. Lo incontriamo a Parigi per la presentazione del Tour 2013: non c’è ancora il nome dell’album né del tour, ma si sa che la band inglese suonerà a Milano (San Siro) il 18 luglio e a Roma (Olimpico) il 20.

«Abbiamo finito di registrare a New York venerdì pomeriggio e venerdì sera abbiamo preso l’aereo per venire qui ad annunciare i concerti — dice Gore —, il nuovo album è completato». Una traccia, ancora senza titolo, viene fatta ascoltare in anteprima, accompagnata dal filmato in studio di registrazione. La ricerca sonora continua, i Depeche Mode sperimentano ancora tenendosi però aggrappati a quel che li rende unici, le melodie composte da Martin Gore. «Stripped», «Enjoy the Silence», «Never Let Me Down Again», «Walking in My Shoes» o «Home» sono canzoni memorabili anche suonate con un semplice pianoforte, come mostrò tempo fa il pianista francese Sylvain Chauveau.

Perché più di trent’anni fa i Depeche Mode scelsero gli strumenti elettronici, e perché continuano a farlo adesso?
«Allora ci sembrava il modo più sicuro per cercare nuove strade senza cadere nella tentazione retro. Il punk aveva fatto piazza pulita, mi sembrava impossibile riprendere in mano una chitarra dopo i Sex Pistols. I sintetizzatori furono per noi il perfetto strumento punk: tutti potevano usarli e produrre musica, noi prendevamo il treno con il synth sotto braccio per andare a suonare nel locale, attaccavamo il jack e via, tutto molto facile e tutto basato solo sull’originalità. Un processo portato all’estremo oggi da computer e iPad, tutti possono formare una band e soprattutto registrare un album. Il che non è necessariamente un bene» (Gore ride).

Paura della concorrenza?
«No, diciamo che il lavoro delle odiate case discografiche talvolta è stato meritorio, dove non arrivava l’autocritica dei musicisti ci pensavano le etichette a fare la selezione. Adesso è più facile illudersi… Ma non lo dico per arroganza, noi siamo stati molto, molto fortunati».

L’album della consacrazione mondiale, «Violator», lo avete registrato nel 1989 in parte a Milano. Perché quella città?
«Eravamo liberi, non avevamo figli, ci piaceva conoscere posti nuovi e Milano faceva sognare, ci sembrava un luogo interessante, con una vita notturna pazzesca. In effetti furono settimane di feste continue, è stato un miracolo se “Violator” siamo riusciti a registrarlo. Ho un ricordo favoloso di Milano».

Siete partiti come una specie di teen band, poi avete convinto anche gli appassionati di rock e riempito gli stadi, eppure non vi sentite mainstream come gli U2. In che cosa i Depeche Mode sono diversi? «Quando sono molto di buon umore penso che siamo e restiamo una band alternativa, con la particolarità di avere un enorme successo. È l’elettronica, il saper usare la tecnologia, che ci consente di non cadere nei cliché, e di andare sempre avanti».

Si ringrazia: Stefano Montefiori, corrispondente del Corriere della Sera a Parigi. superdupont.corriere.it


Depeche Mode in Italia nel 2013 – il nuovo brano in anteprima e immagini inedite della band

I Depeche Mode sono tornati mostrando al mondo intero le immagini inedite del loro work in progress negli studi di New York.
A fare da colonna sonora a queste immagini, un brano che ha lasciato tutti, o quasi, senza parole. Parlo di riscontri positivi tra la maggior parte dei fans e della commozione/emozione che ci ha accompagnati durante la visione del video.

Purtroppo però non sappiamo ancora il titolo della canzone, presentata in anteprima ieri durante la conferenza stampa di Parigi. Voci sempre più insistenti avrebberò intuito, dal testo del brano, il titolo “Angel of Love”.

In questa traccia anonima, si evince una sonorità blues (echi di SOFAD) ben miscelata con l’elettronica. Un blues elettronico. Persistente. Mi arriva qualcosa di PTA (che amo). La voce di Dave graffia l’anima. Cattiva, matura, piena di sfumature che, senza dubbio, travolgono e avvolgono interprete e ascoltatore. Se questo è l’inizio, prepariamoci ad un altro album epocale dei Depeche Mode!

Ovviamente non posso non parlare della press conference di ieri e dei suoi punti più salienti, quelli che sostanzialmente sono le novità per ora.
Innanzitutto ho notato Martin, Dave e Fletch in gran forma, sembra che il tempo non scalfisca il loro carisma, specialmente Mr. Gahan!
Divertenti, divertiti, spontanei, disponibili alla stampa come ai fans, quei pochi fortunati che hanno potuto accedere in questo tempio dell’arte digitale dal nome Gaité Lyrique, e quelli che sono stati scelti su YouTube mediante i loro video per #AskDepecheMode (tra questi un italiano, Paolo dalla Sardegna del sito Violator.it)

  • La band ha terminato, venerdì scorso, la sessione di registrazione del loro 13° album.
  • Registrate un totale di 20 canzoni tra B-sides e tracce album.
  • Il nuovo album richiama il sound di Violator e Songs of Faith and Devotion “è un pò un ibrido di questi due album” dice Gore.
  • Dave si sente particolarmente preso da uno o due brani di questo nuovo album. Gore dice che almeno tre o quattro lo rendono molto soddisfatto.
  • Riguardo i testi delle canzoni, Dave ne avrebbe scritti cinque e mezzo.
  • Il brano anonimo in anteprima, che non sappiamo se b-sides o altro, “è ancora senza titolo” dice Fletch.
  • Lo stage del world tour 2013/2014, è stato affidato alle sante mani di Anton Corbijn.

La band non si è lasciata sfuggire nient’altro, se non parte delle date del tour – solo in Europa un totale di 34 show in 25 Paesi. Milano, San Siro e Roma, Stadio Olimpico rispettivamente 18 e 20 luglio. – Per il titolo dell’album invece, dovremo pazientare ancora un pò.

May 7 Tel Aviv, Hayarkon Park
May 10 Athens, Terra Vibe
May 12 Sofia, Georgi Asparuhov Stadium
May 15 Bucharest, National Stadium
May 17 Istanbul, Kucukciftlik Park
May 19 Belgrade, USCE Park
May 21 Budapest, Puskas Ferenc Stadium
May 23 Zagreb, Hippodrome
May 25 Bratislava, Inter Stadium
May 28 London, O2 Arena
June 1 Munich, Olympic Stadium
June 3 Stuttgart, Mercedes-Benz Arena
June 5 Frankfurt, Commerzban Arena
June 7 Berne, Stade de Suisse
June 9 Berlin, Olympic Stadium
June 11 Leipzig, Red Bull Arena
June 13 Copenhagen, Parken
June 15 Paris, Stade de France
June 17 Hamburg, Imtech Arena
June 22 Moscow, Locomotive Stadium
June 24 St. Petersburg, SKK Arena
June 27 Borlange, Borlange Peace & Love Festival
June 29 Kiev, Olympic Stadium
July 3 Dusseldorf, Esprit Arena
July 7 Belgium, Rock Werchter Fest
July 11 Bilbao, BBK Festival TBA
July 13 Lisbon, Optimus Alive Fest
July 16 Nimes, Antic Arena
July 18 Milan, San Siro Stadium
July 20 Rome, Olympic Stadium
July 23 Prague, Synot Tip Arena
July 25 Warsaw, National Stadium
July 27 Vilnius, Vingus Park
July 29 Minsk, Minsk Arena

Per quanto riguarda i ticket delle date italiane: dal 27 ottobre su ticketone.it e livenation.it

Per altre immagini qui.

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